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Sommelier dei distillati? Why not?

Aggiornamento: 9 dic 2021


8 Dicembre 2021

Ranieri


Prefazione

Tutti voi conoscete la mia passione per il Rum, non negatelo, ma quello che forse non sapete è che quest'avventura è iniziata da non troppo tempo, e precisamente fino alla visita di un mio amico: fino ad allora infatti avevo in casa una sola bottiglia di Rum, e per giunta vecchia di anni: un glorioso El Dorado 21 acquistato a sconto.

Poi, un bel giorno capita a pranzo Paolo, un mio collega già navigato nel settore e iniziamo a parlare di vini, di liquori e di Rum, così vado a prendere la mia vetusta bottiglia, la stappo e la degustiamo.

"Sì, buono. Però non arriva al livello del Panama 21" mi fa.

Non l'avesse mai detto, l'inizio della mia rovina ^◡^

Vado su Google, trovo un rivenditore online ben fornito e, dopo aver dato un'occhiata a qualche recensione, ordino di getto tre Rum: il Panama 21, il Plantation XO e il Don Papa (bleah...).

Inizia così una piacevole escalation, al cui confronto la guerra fredda sembra una partita a briscola tra ragazzini: viene creato un blog ad hoc (questo), poi una pagina Facebook, poi iniziano a piovere Rum come se non ci fosse un domani, arrivando infine all'apogeo con la collezione dei vari Foursquare ECS, evidente catastrofe del mio conto in banca, il cui colore oramai ricorda i verdi pascoli della Pastorale di Beethoven.

Se mia moglie venisse a sapere quanto ho speso in Rum, sappiate che è stato un piacere conoscervi O_O.

Seguono quindi piacevoli degustazioni, dibattiti con amici, discussioni sui social, tutto molto bello, eppure mancava qualcosa, qualcosa che concludesse degnamente il percorso iniziato, fino a quando un bel giorno, saltellando qua e là tra le varie notizie su internet, balza all'occhio del mio collega la pubblicità di un corso di Sommelier dei Distillati online.

Oibò, tempo tre nanosecondi e il link viaggia verso il sottoscritto via email.

Leggo, ci penso un po' (sette secondi scarsi, è stata una decisione sofferta) e decido di iscrivermi.

L'avventura è iniziata.


Il Corso

Giungono quindi via posta sedici bottigliette di liquori vari tra grappe, cognac, whisky, rum (slurp!), gin e altro ancora, che depongo religiosamente ai piedi delle loro consorelle maggiori già ordinatamente posizionate nell'armadio dei liquori. La tentazione di dare un assaggino è tanta, ma nun zi può ◡́.◡̀


Arriva così la prima serata e ci troviamo tutti online: la nostra mentore, Elsa Menegolli, degna discepola di tal Bacco, alle cui spalle c'è una parata infinita di attestati e di diplomi tale da far impallidire il curriculum di un plurilaureato, un sacco di allegri e ciarlieri colleghi giustamente entusiasti di iniziare il corso, e una bella coppia che condivide lo stesso PC... Come faranno per le domande di fine corso? Già me li vedo mentre cercano di prendersi un pezzo di tastiera a testa ^◡^

Siamo in più di venti persone, e tutti motivati, a quanto pare: veramente una bella classe!


Gli assaggi

Durante le quattro serate degustiamo quindi i sedici liquori, quattro per serata, iniziando da una piacevole acquavite aromatica dal floreale aroma, la Da Ponte, passando poi per la Grappa Tosolini a 50° che mi ricorda invece un passo di benniana memoria, tratto da "Bar Sport 2000" (cito a memoria, non trovo più il libro): "... poi c'era il Dammeneunaltr, liquore talmente buono che ti spingeva a richiederne subito un bis, solo che era così forte che riuscivi appena a dire solo dammene un altr..., prima di stramazzare a terra stroncato dall'infido liquido..." ^◡^

Concludono poi la serata un Brandy ed un Cognac, seguiti all'inizio della seconda lezione da due tipi di Vodka, tutti senza infamia e senza lode, almeno fino al terzo liquore, quando stappiamo un Mezcal, simpatico distillato messicano di agave con una particolarità: in ogni bottiglia c'è un verme, anzi, un bruco chiamato Gusano direte giustamente voi, ma in quel momento non avevo proprio voglia di disquisire di entomologia.

Un verme dentro il MIO distillato.

Argh.

Diamo via all'assaggio, e subito viene proposto il fumo come aroma principale, anche se a me sembra invece imperante un sapore come di porchetta, forse perchè il clandestino dentro la mia bottiglietta era bello cicciottello e paffutello, come un maialino. Bleah...

Fortunatamente l'ultima degustazione della serata riguarda il Roby Marton, un gin molto aromatico, e lì la classe si scatena: saltano fuori il ginepro, la cannella, la liquirizia e lo zenzero, poi il pepe rosa e i chiodi di garofano... E che è? Sono in una classe di cani da tartufo ^◡^? Termina la lunga lista degli aromi un inedito 'finocchietto selvatico': assaggio un po', ed è lì, nascosto tra le pieghe degli altri sapori, che fa ciao ciao con la manina... Beh... Bravi, bravi, non c'è che dire...

Arriva così la terza serata, finalmente i Rum! Così, dopo un deludente Abuelo, assaggiamo il Diplomatico: devo dire che mi è piaciuto, anche se decisamente molto dolce (41 g/litro di zucchero aggiunto) e con badilate di sentori di vaniglia, ma comunque è notevole, sarà uno dei miei prossimi acquisti; bella anche la bottiglietta, replica esatta della sus sorella maggiore.

Passiamo quindi ad un'acquavite e a un bourbon, entrambi senza grosse pretese, e incominciamo invece con gli abbinamenti della serata: formaggio, salumi e il tris della cioccolata, il cui fondente viene incoronato come miglior abbinamento assieme al Diplomatico, decisamente il matrimonio più azzeccato (ma non provatelo con il salame... Bleah!).

Bella serata ^◡^.

Arriviamo alla quarta lezione, appoggiata da una grappa, due whisky tra cui un ottimo Chivas Regal e un liquore alle erbe, ma il cui vero obiettivo sono l'abbinamento con il fumo e la preparazione dei cocktail: siamo infatti tutti armati di sigari, miele, acqua tiepida e una fogliolina di salvia.

Mmmm... Sono secoli che non mi avvicino al tabacco, e il risultato si vede nella frequenza con cui il mio sigaro si spegne (in questo momento invidio Humphrey Bogart...), ma comunque resta evidente che tra i quattro distillati i whisky sono i più adatti ad un simile connubio. Ma anche il Rum, ripescato dallo scatolone delle precedenti lezioni, se la cava altrettanto bene.

Arriviamo infine ai cocktail, e mi sembra di tornare all'infanzia, con tutti i disastri fatti mescolando le sostanze più improbabili contenute in un kit da piccolo chimico: mi diverto un mondo ^◡^. Qui però il risultato è diverso, innanzitutto non c'è il rischio che ti esploda fra le dita, e inoltre quanto ottenuto si rivela un piacevolissimo cocktail da poter tranquillamente proporre anche nelle serate con gli amici ^◡^.


The End

Arriva così la conclusione del corso, con le domande a cui rispondere: Quaranta domande in venti minuti, punteggio minimo per l'ottenimento del bramato pezzettino di carta: trenta.

Le domande non sono estremamente difficili, con qualche eccezione: che liquore si abbina il patè foie gras? O_O

Finisce il test: 34 risposte corrette su 40. Non male, visto che il record della serata è 36.

Su ventuno, in quindici superiamo il il traguardo delle trenta risposte.

Bene, sembra che avrò un quadro da esporre in più in casa ^◡^.

E poi?

E poi mi accorgo che questo non è un arrivo, bensì un punto di partenza.

La partenza per un'altra fantastica avventura, dove sarà possibile scoprire un universo di distillati con una consapevolezza diversa, ancora acerba, certo, ma che ci aiuterà a guardare il tutto da un'angolazione ancora poco conosciuta.


PS: Fuori tema, lo so, ma la Scuola Italiana Sommelier ha in serbo anche un'incredibile serie di ulteriori corsi: Sommelier del Vino (in tre livelli, mi tenta moltissimo), della Birra, dell'Acqua Minerale ( O_O ), ma soprattutto il corso per diventare Sommelier del Cioccolato: ho trovato il corso da fare assieme a quella ghiottona di mia figlia! ^◡^


Voster semper voster

Ranieri


 
 
 

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